domenica 20 maggio 2018

Gatto con 2 nasi cerca una mamma speciale

Gatto con 2 nasi



Un gatto con due nasi è una creatura semplicemente straordinaria, ma a quanto sembra non tutti la pensano così, dal momento che tante persone hanno deciso di abbandonare o addirittura sopprimere il micetto, solo per questo suo "difetto" fisico. Questa è la storia di Memphis, un gatto bianco e nero di un anno decisamente diverso da tutti gli altri. Memphis infatti ha un faccino molto particolare, dal momento che ha non uno, ma ben due nasi! Il piccoletto è nato con questa strana malformazione, non ha problemi di salute, respira semplicemente un po' più forte rispetto ai suoi simili, ma per via di questo suo piccolo difetto ha avuto una vita difficile. I suoi precedenti proprietari lo hanno infatti lasciato in un rifugio, affermando di non potersi occupare di lui. In questa struttura e successivamente in diverse altre però, Mempis non era affatto ben voluto. In un rifugio si è addirittura arrivati a pensare di sopprimere il gatto, poiché per via dei suoi due nasi sarebbe stato difficile trovare qualcuno disposto ad adottarlo. Per fortunta Tara Kay, fondatrice dell’Odd Cat Sanctuary, è venuta a conoscenza di questa triste storia, e non ci ha pensato due volte prima di prendere Memphis con sè e salvargli la vita. Adesso il piccoletto vive nel rifugio del Massachusetts, dove viene trattato con amore rispetto. Lui è un gatto speciale fanno sapere i volontari, che ci dimostrano che al mondo esistono anche delle persone di buon cuore, che non si fermano di fronte a un banale difetto estetico. Memphis adesso sta bene, è dolce e affettuoso, ed è più che pronto per essere adottato. Non possiamo che augurare il meglio a questo tenero amico!

martedì 10 aprile 2018

AMICI ANIMALI: BRANDO, PASTORE TEDESCO, CERCA ADOZIONE



E' arrivato a Livorno che aveva solo un paio di settimane, con la mamma e fratellini e sorelline. Tutti sottrat ti ad una situazione di degrado e maltrattamenti; la mamma con le zampe spezzate dal detentore affinché non si allontanasse. Fratelli e sorelle andati tutti a belle adozioni; lui aveva forse avuto più richieste di tutti, ma da piccino camminava roteando come una palla, ma solo perché era un po' obeso, gli esami hanno dimostrato che non ha patologie ossee ed ora possiamo attivarci per una bella adozione. E' dolcissimo, ben socializzato, chiaramente un cucciolo con tanta voglia di giocare, adora le persone e le coccole. Cerchiamo per lui stupenda adozione motivata, con famiglia che voglia fare inserimento nei tempi e modi giusti. Vita in famiglia, con la famiglia, se intendete relegarlo in giardino in un recinto non chiamate neanche. Per richiedere la sua adozione: Grazia 3491044187 - Sabrina 3890995241 info@lavocedeglianimali.it

mercoledì 10 gennaio 2018

Home / Animali / Mai dire bugie ai cani: capiscono se il padrone mente, e non gli credono più Mai dire bugie ai cani: capiscono se il padrone mente, e non gli credono più

Mai dire bugie ai cani: capiscono se il padrone mente, e non gli credono più

COME DARE ORDINI AL CANE Attenzione a dire bugie ai cani. Lo capiscono, ci identificano come persone inaffidabili e da quel momento non credono più alle nostre parole, e non prendono più sul serio neanche i nostri ordini. A questa interessante conclusione sono arrivati alcuni etologici della Kyoto University, guidati dal professore Akiko Takaoka, che hanno condotto un test molto approfondito su 34 animali.

 I CANI CAPISCONO LE BUGIE In pratica: i cani dovevano trovare il cibo sulla base dei suggerimenti e delle indicazioni ricevute. Ma se si trattava di consigli falsi, smettevano di cercare e non si fidavano più della parola ricevuta attraverso un comando. Dice Takaoka: «A questo punto possiamo dire con certezza che i cani sono in grado di valutare se una persona sia affidabile o meno. E possono farlo con una velocità superiore a quella dell’uomo. Hanno infatti un’intelligenza più sofisticata di quanto pensassimo, che si è evoluta nel corso della loro lunga storia a contatto con gli uomini».


I CANI CAPISCONO LE NOSTRE EMOZIONI Un’altra ricerca, questa volta ci spostiamo all’università Messerli di Vienna, dimostra invece come i cani siano in grado di riconoscere rabbia, felicità e tristezza, leggendo le espressioni del nostro viso. E i cervelli canini possiedono delle aree deputate proprio all’elaborazione della voce grazie alle quali distinguono il tipo di emozione espressa con una parola.




COME ADDESTRARE UN CANE I ricercatori viennesi hanno fatto lo stesso esperimento su 11 cani e 22 persone: tutti addestrati a rimanere fermi in un apparecchio di risonanza magnetica per ascoltare 220 brani di vocalizzazioni umane, canine e ambientali. In entrambe le specie, senza differenze significative, l’attività celebrale opera in modo simile in relazione al tono e al suono ascoltato. Dunque, i cani sono bravissimi a entrare in sintonia con i sentimenti dei loro padroni.

sabato 2 dicembre 2017

"Animali diventino soggetti di natura giuridica, mai più oggetti"

Cane in una foto L.Gallitto


Roma, 1 dicembre 2017 - "E' positivo che prosegua con il dovuto approfondimento l'iter delle proposte di legge, otto a mia firma, incardinate in commissione Giustizia, recanti modifiche al codice civile, al codice penale, al codice di procedura penale, e altre disposizioni in materia di tutela degli animali. Su questi temi il Paese ha bisogno di una legislazione più moderna e adeguata alla nuova e diversa sensibilità della nostra società". Lo ha detto l'on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista, commentando le audizioni di giuristi ed esperti svolte ieri dalla commissione, che auspicano, per gli animali, il passaggio dallo status di semplici oggetti ad una forma di soggettività giuridica.
Francesca Rescigno, docente di istituzioni di diritto pubblico all'Università di Bologna, ha sottolineato, come "punto centrale", che "manca ancora un riferimento alla soggettività animale", mentre "la revisione costituzionale potrebbe inaugurare una fase nuova nei rapporti tra uomo e animale" sulla strada già battuta, in Europa, da Svizzera, Austria e Germania. Tra le urgenze evidenziate dalla professoressa, l'introduzione del reato di zooerastia e quello di divulgazione online di filmati che riprendono violenze su animali, una migliore specificazione del reato di maltrattamento, una disciplina chiara e uniforme dell'accesso degli animali a luoghi pubblici e aperti al pubblico per superare il "far West" attuale.
"Mi piacerebbe - ha concluso la giurista - che molti spunti contenuti in queste proposte possano essere riunite in un progetto organico, da trasformare in legge magari nella prossima legislatura". Sugli aspetti civilistici si è soffermato Antonio Palmieri, professore di diritto privato all'Università del Molise, che ha definito "dirompente" l'effetto dell'art.13 del Trattato di Lisbona (2007): "Gli animali non possono essere più riguardati come res, come cose tra le cose, ma come esseri senzienti". Il che significa, secondo Palmieri, che vanno protetti, attraverso la legislazione penale, dalle condotte umane, commissive ed omissive, ma anche - e qui, a proposito degli animali d'affezione, interviene il diritto civile - "in ragione della relazione affettiva instaurata con l'uomo". Sotto questo aspetto l'obiettivo della riforma dovrebbe essere proprio introduzione di un vero e proprio statuto giuridico dell'"animale d'affezione".
In effetti la relazione tra le persone e gli animali da compagnia ha già una rilevanza giuridica nel nostro sistema, sia pure attraverso riconoscimenti "episodici e disorganici" da parte del legislatore, e nei Tribunali, dove la magistratura svolge "un ruolo di supplenza" superando "carenze e lacune" delle norme, ormai percepite come tali dalla nuova sensibilità etico-giuridica della società. Nella stessa seduta sono stati auditi anche la psicologa Camilla Pagani, ricercatrice presso l'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Cnr, e Carlo Consiglio, già professore di zoologia all'Università "La Sapienza" di Roma. 

venerdì 6 ottobre 2017

Adozioni di cani a Palermo: è boom, ma molti affidati al Nord

Sicilia, Tempo libero


Anno da record per i quattrozampe del canile: in 800 hanno trovato una casa, 200 in più rispetto al 2011. E dallo scorso gennaio nuovo incremento Sicilia, Tempo libero PALERMO. In aumento le adozioni di cani e cuccioli ospitati al canile municipale di via Tiro a Segno a Palermo. In un anno, circa 800 cagnolini hanno felicemente trovato una famiglia che li ha accolti. Quasi un boom quello che si è verificato da aprile 2012 ad oggi, se si considerano i numeri degli anni precedenti. Nel 2011, infatti, sono state poco meno di 600 le adozioni, mentre nel 2010 appena 300. Dal mese di gennaio sono circa 400 i cuccioli affidati: una media di circa 100 al mese. Un trend dunque in costante crescita negli ultimi due anni. Ma se è vero che si diffonde la sensibilità verso i nostri amici a quattro zampe, è pur vero però che circa il 70 per cento delle adozioni è avvenuto fuori dall'Isola. Milano, Trento, Venezia, Firenze ed Empoli le città che hanno accolto a braccia aperte gli orfanelli del canile. Circa il 30 per cento, invece, quelli che sono rimasti a Palermo o adottati da famiglie siciliane. «Gli adottanti palermitani - spiega Giusy Caldo, volontaria dell'Ada, l'associazione accreditata a gestire temporaneamente la struttura di via Tiro a Segno - sono soprattutto famiglie con bambini e preferiscono quasi sempre adottare un cucciolo o un cane di piccola taglia». «Più numerosi gli affidatari nel Nord Italia - aggiunge -e questo perché lì è più semplice riuscire a trovare famiglie disponibili o altri rifugi con posti liberi, mentre in città per ora il fenomeno del randagismo è eccessivo e i numeri aumenteranno probabilmente con l'arrivo della stagione estiva». A favorire un così alto numero di adozioni, soprattutto fuori dai confini siciliani, è la vasta rete di contatti fra animalisti e associazioni di tutta Italia. «Grazie alle relazioni con i volontari animalisti delle altre regioni riusciamo a trovare casa per i cuccioli che altrimenti resterebbero al canile». A facilitare le partenze, la somma di circa 5 mila euro messa a disposizione dal Comune per coprire le spese di viaggio degli orfanelli verso la nuova famiglia. «Un segnale importante verso di noi - commenta Alessandra Musso, responsabile della Lida, un'altra delle associazioni che prestano volontariato in canile -. Dato che sinora questi costi venivano sostenuti con difficoltà da noi volontari oppure qualche volta dagli affidatari. Da due mesi, invece, con questa somma siamo riusciti a coprire le spese del cargo». Per i cuccioli orfanelli le procedure di adozione restano comunque controllate, sia che avvengano in Sicilia o al Nord Italia: un volontario si reca a casa della famiglia adottante e ne verifica le condizioni. «Abbiamo un modulo pre-affido che facciamo compilare, dove ci sono informazioni sul luogo in cui verrà accolto il cane, su quante ore resterà solo, se si sono avuti già altri animali e altre informazioni simili per conoscere meglio il contesto in cui il cane andrà a vivere una volta adottato». Un questionario importante e che i volontari hanno già chiesto «che venga ufficializzato da Asp e Comune per velocizzare e facilitare gli affidi». Una sorta di black list nazionale è stata inoltre creata dagli stessi volontari animalisti «per segnalare persone che non sono ritenute affidabili per precedenti casi di maltrattamento di animali o di abbandono o perché hanno riportato indietro un cane dopo averlo adottato». Tanti i controlli, insomma, anche post-adozioni per assicurarsi che il cucciolo si trovi in buone mani. «Si punta più alla qualità che alla quantità», conclude Alessandra Musso. E tutto sommato, i numeri per fortuna non mancano. Le foto dei cani e delle loro famiglie adottive sono pubblicate sulla pagina facebook «Adozioni Canile Municipale Palermo», insieme a quelle degli altri orfanelli a quattro zampe che attendono ancora dei nuovi genitori.

giovedì 31 agosto 2017

Adotta una meraviglia… Horus !

Dove si trova il cane: Pomezia Horus è un magnifico cagnolone di taglia medio grande di circa un paio di anni, proviene dal canile in cui ha sofferto moltissimo la reclusione e l’isolamento forzato con il mondo esterno, vista la sua innata curiosità. Oggi a distanza di qualche mese dal suo arrivo ad Eden Bau e molto più sereno ed equilibrato. Per lui cerchiamo una famiglia non alla prima esperienza con un cane e che sappia amarlo e rispettarlo nei modi giusti. L’ideale sarebbe una casa con giardino. Va d’accordo con i suoi simili di tutte le taglie (anche molto piccole e con i cuccioli) ed ha un debole per i bambini. Negativo alla leishmania, vaccinato, castrato e microcippato. Si trova in provincia di Roma a Pomezia presso Eden Bau ma è adottabile in tutto il centro e nord Italia previo colloquio e visita preaffido conoscitivo. Pee informazioni contattare Roberta 3939822305

sabato 24 giugno 2017

Come fanno gli animali a fare sesso in acqua? #Sapevatelo



Non è per niente facile per gli animali accoppiarsi sott'acqua. Dara Orbach, una biologa marina della Dalhousie University, nella provincia canadese della Nova Scotia, ha presentato di recente una delle prime ricerche sull'atto sessuale dei delfini. La prima sfida, dice, è far "incontrare le parti" nel modo giusto. "A differenza che sulla terraferma, dove ci sono barriere fisiche, l'oceano non offre punti d'appoggio. E poiché i delfini - ma anche le balene, le focene e gli altri cetacei - non hanno appendici in grado di tenersi fermi l'un l'altro, posizione del corpo e angolazione sono cruciali. La posizione faccia a faccia consente al maschio di spingere verso l'alto la femmina, usando la superficie dell'acqua come barriera. Se invece hanno entrambi la faccia rivolta dalla stessa parte, "il maschio muove il pene su e giù per il corpo della femmina", dice Patricia Brennan, biologa dell'evoluzione della Mount Holyoke University e collaboratrice di Orbach. I maschi di cetaceo hanno bisogno di controllare alla perfezione i movimenti del loro organo sessuale perché la struttura della vagina delle femmine è molto complessa. Orbach e i suoi colleghi hanno scoperto che in alcune specie di delfino la vagina ha numerose pieghe, e trovare "la strada giusta" è essenziale per inviare lo sperma verso l'uovo anziché in un vicolo cieco. Il pene del delfino è fibroelastico, vale a dire che il tessuto erettile è pieno di collagene ed elastina, e può emergere molto rapidamente: una struttura che, sostiene Orbach, probabilmente affronta meglio la resistenza fluidodinamica dell'acqua marina. L'accoppiamento vero e proprio dura solo qualche attimo. È probabile che la selezione naturale abbia favorito i maschi di delfino in grado di emettere sperma molto rapidamente, visto che la posizione è difficile da mantenere, e i delfini devono risalire in superficie per respirare. Morsi d'amore Anche tra le balene i tempi di accoppiamento sono altrettanto rapidi, e il pene altrettanto "mobile". Gli squali non hanno un pene, ma due organi detti pterigopodi: li usano per incanalare lo sperma nella cloaca della femmina, ma prima devono tenerla ferma. E per farlo, usano i denti. "Il maschio morde le pinne della femmina per essere sicuro di restare attaccato a lei", spiega Brennan. Le femmine sopportano, anche perché hanno la pelle molto più spessa. Com'è noto, inoltre, per respirare gli squali devono essere sempre in movimento: così l'accoppiamento si svolge solo nelle zone in cui c'è abbastanza corrente, in modo che l'acqua continua a scorrere nelle branchie evitando che muoiano per asfissia. La tartaruga come fa Per le tartarughe marine, un ulteriore problema è rappresentato dal grosso carapace. Ma il maschio ha capito come aggirarlo. Anche le tartarughe - maschi e femmine - hanno la cloaca, un'apertura che serve per la riproduzione e l'evacuazione. Nel maschio il pene emerge dalla cloaca, passa sotto il guscio della femmina e si infila nella sua cloaca. Non è un processo molto discreto. I maschi hanno sulle pinne anteriori artigli specializzati che servono proprio ad appigliarsi alla femmina", dice Marah Hardt, autrice del libro Sex in the Sea, finché un altro maschio arriva a reclamare i suoi diritti sulla femmina. Galleggiamento amoroso Per gli ippopotami, invece, il sesso acquatico è solo un vantaggio, visto che galleggiando riescono a trovare un'agilità che il loro peso (fino a 1.500 chili per un maschio) non gli consentirebbe. Anche il parto dell'ippopotamo avviene in acqua, con altrettanti vantaggi, visto che un neonato pesa fino a 50 chili.